Casa Parker, Queens, New York City

Nella vita di Peter Parker, le normali serate di famiglia sono una rarità da apprezzare.
C’è ancora qualche ora di tempo prima che sia l’orario giusto per il giro di ronda quotidiano dell’Uomo Ragno, abbastanza per godersi un po’ del tempo con moglie e figlia.

Appena terminata la cena, la piccola May Parker si precipita sul divano alla ricerca del telecomando, affrettandosi ad accendere la televisione.

-May, è un po’ tardi per i cartoni... e se invece ti leggessi un bel libro?-

-I libri sono noiosi, papà! – risponde la bambina, muovendosi con disarmante destrezza nel menu dell’ultimo servizio di streaming per lanciare un cartone animato dei Fantastici Quattro.

-Non sono sicuro che quella roba ti faccia bene al cervello, tesoro.-

-In linea di principio o è per il soggetto?- gli chiede a metà tra il serio e il faceto Mary Jane.

-Alla sua età io non staccavo gli occhi dai libri di fantascienza.-

-Peter, alla sua età è un miracolo che tu sapessi leggere. Un cartone animato in più non le farà male; ma niente tentativi di stare alzata fino a tardi, chiaro signorina?- Mary Jane chiede alla figlia, già troppo immersa in fantastiche avventure per rispondere. Proprio allora qualcuno suona alla porta.

-Ci penso io. Visto che sono in minoranza verso le donne di casa, magari è un alleato inatteso.- scherza Peter, tranquillo dato che il Senso di Ragno è completamente silenzioso.

Una volta aperta la porta, si trova davanti l’ultima persona al mondo che si aspettava di incontrare:

-Dottor Parker. Il Dottor Destino richiede i servizi dell’Uomo Ragno.- dice l’uomo in armatura.

 

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#107 – Il destino bussa alla porta

di Fabio Furlanetto

 

Il più grande incubo dell’Uomo Ragno è che un nemico prenda di mira la sua famiglia e faccia loro del male. Trovarsi davanti lo spietato dittatore di Latveria è forse la versione peggiore.

-Che cosa ci fai qui, Destino!?- chiede con apprensione; l’istinto gli dice di colpirlo per allontanarlo dalla casa, ma per prima cosa sbircia all’esterno per verificare se ci sono testimoni.

-La tua identità è al sicuro, Parker. Mi sono assicurato che nessuno ci veda parlare.-

-Hai fatto qualcosa ai miei vicini!?-

-Un semplice incantesimo di mascheramento. Estremamente efficace sulle menti flebili, di cui l’America detiene riserve in abbondanza.-

-Se pensi che attaccare la mia famiglia sia una buona idea, Destino...-

-Ai tuoi cari non sarà fatto alcun male, hai la parola di Destino. Buonasera, signora Parker.- 

-Chi è il tuo amico, Peter?- chiede Mary Jane.

La situazione è a dir poco surreale: non solo sua moglie non ha la benché minima reazione a vedere uno degli uomini più pericolosi del mondo sulla porta di casa, ma il Senso di Ragno resta zitto.

-Chiedo venia per aver turbato la vita domestica di una donna di tal fascino; il Dottor Parker è senz’altro fortunato a condividere con lei la propria dimora.- dice una voce che Peter riconosce ancora come quella di Destino, ma senza alcuna distorsione elettronica.

Ed infatti il tiranno europeo è stato sostituito da un uomo sulla quarantina che indossa un impeccabile doppiopetto nero con cravatta verde, e che sta facendo un elegante inchino per baciare la mano a Mary Jane.

-MJ, sei impazzita!? Questo è il Dottor... dddd... Dottor...- Peter cerca di spiegare, ma non importa quanto si sforzi: le sue corde vocali si rifiutano totalmente di pronunciare la parola “Destino”.

-Dottor Vaughn.- lo corregge Destino. Peter ha improvvisamente un flashback: ha già visto quel volto negli annali della Empire State University, è quello che Destino aveva prima di essere sfigurato; solo con qualche anno di più, anche se meno di quelli che probabilmente dovrebbe avere.

-Piacere mio, Dottor Vaughn. Peter, non mi avevi mai detto di avere un vero gentleman come collega! Prego, si accomodi!-

-Mi chiami Victor, la prego. Più che un collega, mi considero un mentore di suo marito.-

-Certo che ne hai di coraggio!- esclama Peter. Al primo passo di Destino verso l’ingresso tenta di afferrarlo per un braccio, solo per essere bloccato da un campo di forza.

“Mary Jane non lo ha neanche notato... ha fatto un incantesimo anche contro di lei? O l’ha ipnotizzata? E adesso cosa faccio!? Non posso combatterlo in casa senza mettere in pericolo MJ e May! Devo chiamare i Fantastici Quattro o i Vendicatori in qualche modo!”

I pensieri di Peter si succedono a velocità sfrenata, mentre sua moglie tiene impegnato l’ospite in conversazione spicciola.

-Anche tu sei un dottore in biochimica, Victor?-

-Robotica, ingegneria nucleare, fisica quantistica e matematica applicata.- risponde Destino, guardandosi bene dallo specificare che sono tutti dottorati concessi da università di Latveria.

L’orgoglio professionale di Peter viene messo in secondo piano dall’attenzione che sta dedicando al tentativo di trovare una strategia per allontanare Destino dalla sua casa.

-Addirittura! Mi hai portato in casa un vero supereroe, Peter?- chiede Mary Jane, cercando di testare il terreno. Peter è chiaramente agitato e preoccupato da qualcosa.

-C’è chi mi considera un eroe, sì.- risponde Destino; con una sola occhiata, il televisore si spegne.

-Mamma?- chiede la May; l’entusiasmo della bambina è evaporato non solo per la scomparsa del suo cartone animato, ma dal modo in cui guarda Destino ne ha chiaramente paura.

-Gli infanti sono assai più saggi di quanto non gli si dia credito, signora Parker. Dovrebbe proteggere meglio sua figlia dall’insipida cultura di massa.-

-Mary Jane, posso parlarti un secondo? – dice Peter, avvicinandosi alla moglie.

-Che ti prende? Non siamo in pericolo, vero? – sussurra lei.

“Prendi May e mettiti al sicuro” è quello che Peter vorrebbe dire. Dalla sua bocca invece esce:

-Va tutto bene, non potremmo essere più al sicuro.-

-Questo “Victor” è un supereroe, vero? Scommetto che è Iron Man. Metto May a dormire così me lo presenti come si deve... non mi presenti mai nessuno.- continua a sussurrare MJ.

-Sono terribilmente desolato, signora Parker, ma devo chiederle di interrompere la vostra conversazione per parlare privatamente con suo marito.-

-Sì, dobbiamo parlare. Fuori. Adesso.- risponde Peter, ansioso di trovare una scusa per farlo uscire.

-Certo, ci mancherebbe. Magari potremmo invitarla a cena un’altra volta?- chiede MJ.

-Siete i benvenuti al mio castello. Non si aspetterà certo che mi abbassi a mangiare in un luogo come questo.- risponde Destino mentre Peter quasi lo spinge fuori di casa.

“Castello? Pensavo che Iron Man fosse un tizio più normale... chi si crede di essere, il Dottor Destino?” pensa Mary Jane mentre la porta di casa si chiude.

 

Una volta fuori l’armatura del Dottor Destino ricompare, giusto in tempo perché Peter provi a colpirlo con un pugno in faccia... che si ferma contro la sua volontà.

-Che cosa mi hai fatto!?-

-Raggio inibitore. Richards ha scoperto come proteggere la sua famiglia dai suoi effetti anni fa [i], ma è ancora utile per evitare scocciature minori.-

-Senti un po’, Destino...-

-Dobbiamo parlare. Seguimi.- risponde l’uomo in armatura, iniziando a levitare.

Peter non si lascia pregare: dato che era pronto alla ronda indossa già il costume dell’Uomo Ragno sotto gli abiti civili. Salta sul tetto della casa con un singolo balzo, abbandonando lì i vestiti ed inseguendo il Dottor Destino per le strade del Queens.

“Nessuna reazione dai civili. E’ invisibile agli altri?” si domanda. Tra un’acrobazia e l’altra riesce ad estrarre la communicard dei Vendicatori dalla ragno-cintura. Non prova neanche ad inviare un segnale d’allarme: la carta è completamente morta.

-Tecnologia Stark. Pateticamente inaffidabile.-

-Okay Destino, sputa il rospo. E’ chiaro che non vuoi farmi del male... vuoi reclutarmi per qualche tuo piano strampalato per la conquista del mondo?-

-Ho abbandonato le mie mire di dominare il pianeta.- [ii]

-Dovrei credere che sei diventato un bravo ragazzo?-

-Ho realizzato che il mondo non si merita Destino. Questo metodo di viaggiare è troppo lento.-

Destino attiva i razzi degli stivali, accelerando a velocità incredibile; l’Uomo Ragno si attacca a lui con una ragnatela, venendo trascinato verso la città.

Si ferma solo quando raggiunge l’Empire State Building. Destino atterra sul ponte d’osservazione, completamente ignorato dai turisti che invece iniziano a fare foto all’Uomo Ragno.

-Scappate! Adesso!- li avverte l’eroe, che per essere preso sul serio deve spingere con forza i turisti all’interno dell’edificio e poi sigillare le uscite con la ragnatela.

-E adesso posso aspettarmi un articolo “l’Uomo Ragno rovina il turismo” sul Daily Bugle.-

-Se c’è una cosa positiva del tuo paese è che offre viste affascinanti.-

-Senti non mi importa se sei il Dottor Destino, inizia a spiegarti e...-

-Necessito del tuo aiuto, Uomo Ragno. Di recente[iii] ho scoperto di aver commesso un errore: ho accusato Richards di aver sabotato l’incidente che mi ha sfigurato. Ma è sempre stato innocente.-

-Wow, sul serio? Congratulazioni per aver scoperto quello che tutto il resto del mondo sapeva già da una vita, ma cosa c’entra con me?-

-Devo rimediare in qualche modo a quell’errore. Tuttavia non so come: non mi è mai successo.-

-Cosa, non ti è mai capitato di cercare di uccidere per anni una persona innocente?-

-Commettere un errore.-

-Stai scherzando, vero!?-

-Tra di noi non sono io ad essere noto per il senso dell’umorismo, Uomo Ragno.-

-Sei davvero convinto di non aver mai commesso un errore!? Neanche andartene in giro con un gonnellino sopra l’armatura?-

-Tu OSI prenderti gioco di Destino!?- sbraita il tiranno, sollevando una mano pronta a scagliare una scarica di energia. Il Senso di Ragno avverte Peter che il pericolo è reale... ma poi svanisce quando Destino abbassa la mano.

-No. La mia redenzione è più importante del mio orgoglio. Ma ti avverto: la pietà di Destino si può spingere solo fino a un certo punto. Non canzonarmi più.-

“Ma che diavolo succede!? Cos’è questa, una crisi di mezz’età!?” si domanda Peter, osservando che la rabbia di Destino è svanita troppo rapidamente... una volta gli avrebbe fatto crollare un paio di case addosso prima di sbollire l’arrabbiatura.

-Destino non chiede aiuto. Ma tu, Uomo Ragno, sei l’unica persona che conosco ad aver passato una vita a cercare di rimediare ad un singolo errore: la morte di Ben Parker. Insegnami come rimediare al mio errore e ti ricompenserò adeguatamente.-

-Dov’è il trucco? Perché c’è sempre un trucco con le tue promesse, Destino.-

-Nessun trucco. Sono il sovrano assoluto di una ricca nazione, il più grande mago e scienziato di questo pianeta... aiutami ed esaudirò qualsiasi tuo desiderio.-

-Tipo chiederti di consegnarti alle autorità?-

-Qualsiasi desiderio che non sia nocivo verso Destino o Latveria. Destino non è un ingenuo.-

-Ed esattamente come dovrei aiutarti?-

-Non lo so. Credi forse che mi sarei abbassato a chiedere il consiglio di una pedina come te se avessi già formulato un piano preciso?-

“E se dicessi di no? Ho già combattuto Destino. Raggio inibitore o meno, posso sopravvivere... almeno credo. Devo solo trovare un modo per avvisare gli FQ o i Vendicatori. Non capisco a quale scopo nascosto vuole arrivare... ma non può parlare sul serio, vero?” pensa l’Uomo Ragno.

-Non è saggio sprecare il tempo di Destino.-

“Ma se invece fosse serio? Se volesse veramente cambiare? Se avessi veramente l’occasione di redimere il Dottor Destino... potrei mai perdonarmi di essermela fatta scappare?”

-E va bene, ma mettiamo in chiaro un paio di cose. Numero uno, non ucciderai nessuno. Numero due, nessuno deve sapere che ti sto aiutando... ci manca solo che venga accusato di crimini internazionali. Numero tre...-

-Destino accetta le prime due condizioni. Qual è la terza?-

-Ci sto pensando. Due sembrano troppo poche e la terza dev’essere quella che ti fa titubare un po’ e mi fa capire che sei serio, ma non mi viene in mente niente.-

-Questo è imbarazzante.- Destino ammette con un sospiro, scuotendo lentamente la testa.

-Penso meglio mentre volteggio. Seguimi.-

L’Uomo Ragno salta giù dal grattacielo, seguito dall’uomo volante in armatura mentre entrambi si dirigono verso le strade meno trafficate.

-Qual è lo scopo di questa escursione?-

-E’ la mia ronda notturna. Giro per la città in cerca di crimini, e quando li trovo li fermo.-

-Sembra inefficiente. Potresti rilasciare uno sciame di droni che formino una rete di informazione.-

-Non è il mio stile.-

-I droni potrebbero avere la forma e le dimensioni di un ragno.-

-Ho brutte esperienze con robot a forma di ragno. Hey, a proposito, come faccio a sapere che sei il vero Dottor Destino e non una copia robotica?-

-Potrei chiedere a te come posso essere sicuro che tu non sia un clone.-

-Senti le battute lasciale a me, okay?-

L’urlo di una donna terrorizzata attira l’attenzione di entrambi. L’Uomo Ragno si sbriga a gettarsi nel vicolo dove un uomo sta cercando di strappare la borsetta alla vittima.

L’ha già fatto chissà quante volte, ma questa è la prima in cui deve usare il Senso di Ragno per evitare i colpi energetici che piovono dal cielo.

-Arrenditi al tuo destino!!!-

-Vic, ma che accidenti stai facendo!?- chiede l’Uomo Ragno, schivando i colpi per mettere un salvo la donna... quando si rende conto che i raggi sono disposti a cerchio attorno a lei, evitandola accuratamente. Intanto il Dottor Destino afferra lo scippatore per il collo, sollevandolo da terra con una mano sola.

-Che una tale feccia respiri la stessa aria di Destino è un vero insulto a...-

-Destino! Regola numero uno!!!- gli ricorda l’Uomo Ragno.

Il Dottor Destino sembra esitare. Lo scippatore poi compie qualcosa di ancora più inaspettato: dalla mano destra lancia una ragnatela che colpisce Destino in piena faccia.

In tutta risposta, Destino gli afferra il polso destro, stritolandolo. Peter riconosce il suono di metallo che si piega ed ossa che si spezzano, anche se coperti dal grido di dolore dello scippatore.

-Vivrà.- lo rassicura Destino, strappandosi la ragnatela dalla maschera.

-Grazie... grazie, Iron Man! – lo ringrazia la donna, abbandonando la borsetta per scappare immediatamente a gambe levate.

-Si può sapere cosa diavolo ti passa per la testa!?- chiede l’Uomo Ragno, assicurandosi che lo spacciatore sia veramente ancora vivo.

-Ho fermato un crimine.-

-E c’era bisogno di trasformare il vicolo in una zona di guerra!?- protesta Peter, guardandosi attorno: i raggi energetici hanno creato una dozzina di mini-crateri, oltre ad aver danneggiato asfalto ed edifici in tutte le direzioni.

-Era necessario dare un esempio. Quest’uomo è fortunato: a Latveria, sarebbe stato giustiziato.-

-“Fortunato”... è un miracolo se non l’hai ucciso. Devo portarlo subito in un ospedale.-

-Sarebbe saggio interrogarlo su come ha ottenuto il segreto della tua ragnatela.-

-Quello lo so già... il Franchise. Qualcuno ha messo in circolazione copie dei miei lanciaragnatele.-

-E li hai lasciati fare? A Latveria...-

-...sarebbero già morti, sì lo so, ma lì c’è la pena capitale se passi con il rosso!-

-Trent’anni di lavori forzati. Destino non è senza cuore.-

-Ascolta, Destino... è chiaro che queste ronde non fanno per te. Dammi il tempo di pensare a come aiutarti, okay? Intanto porto questo poveraccio in ospedale.-

-Posso essere più veloce a...-

-No! Vai a casa o dove vuoi, Victor, okay? Te l’ho detto, devo pensarci su.- risponde l’Uomo Ragno, caricandosi in spalla il dolorante scippatore e lanciandosi con la prima ragnatela.

Il Dottor Destino lo guarda allontanarsi, adocchiando poi la borsetta abbandonata dalla donna.

-“Iron Man”.- ripete, pensieroso.

 

Il mattino seguente, Casa Parker

Peter non ha chiuso occhio tutta la notte. I pensieri su come proteggere la sua famiglia nel caso Destino stesse mentendo si sovrappongono ai ricordi di tutti i crimini di cui è a conoscenza, ed anche quando riesce ad allontanare questi pensieri si ritrova a riflettere su come potersi liberare del controllo mentale.

Spera di potersi distrarre un po’ con la solita routine mattutina, ma non appena arriva in cucina trova Mary Jane che sta leggendo il Daily Bugle.-

-Che è successo stanotte? Senti questo titolo: “Uomo Ragno rovina il turismo”.- gli chiede MJ.

-Lunga storia. Senti, a proposito di ieri sera... – inizia a tentare di spiegarsi; prima ancora di cercare di testare se adesso può parlare di Destino, il servizio in prima pagina attira la sua attenzione.

Praticamente strappa il giornale dalle mani della moglie per leggere a voce alta il servizio dal titolo “Nuovo eroe lancia brutale crociata contro il crimine”.

-Il tuo amico non scherza. A proposito, è il vecchio Iron Man o è uno nuovo?- chiede Mary Jane.

-“Retata senza precedenti”... “320 ricercati consegnati alle autorità”... “57 in rianimazione, 184 gravemente feriti”... “vigilante senza nome, che indossa un’armatura di Iron Man grigia ed un mantello verde”... ma che diavolo!?-

-Peter, che sta succedendo?- Mary Jane può non avere il Senso di Ragno, ma questo non significa che non sia più che capace di percepire il pericolo.

-Devo andare. Mi aspettano all’università.-

-Peter, è domenica!-

-Lo sai come si dice, la scienza non dorme mai.-

-Nessuno lo dice.- obietta Mary Jane, ma il marito si è già precipitato fuori di casa.

 

Empire State University

L’Uomo Ragno volteggia sul campus deserto; questo metodo di viaggiare è talmente parte della sua natura ormai che riesce a farlo con una mano sola, mentre con l’altra regge il cellulare.

<Questa è la segreteria telefonica della Torcia Umana. Non posso rispondere perché sto salvando l’universo o sono nel mezzo di un appuntamento bollente!>

-Figurarsi se Johnny poteva essere in piedi a quest’ora! Tentiamo un altro...

<Questa è la segreteria telefonica di Reed Richards. Come posso aiutarti, Uomo Ragno?>

-Wow, alla faccia della segreteria personalizzata... come hai fatto a...-

<Vieni al punto, per favore. Solo perché sono un’intelligenza artificiale non significa che abbia tempo da perdere; hai idea di quanta spam devo gestire?>

-Ho bisogno di parlare con Reed.-

<E quindi hai fatto il suo numero, congratulazioni, hai più capacità computazionale di una calcolatrice. Sfortunatamente il Dottor Richards non è attualmente in questo universo, ma sono sicuro di poter risolvere qualsiasi problema al posto suo.>

-Okay. Come faccio ad annullare gli effetti di un blocco mentale?-

<Premi 1 se stai combattendo il Burattinaio o l’Uomo Porpora. Premi 2 se sei entrato in contatto con un telepate. Premi 3 se sei entrato in contatto con una divinità o un mago. Premi 4 per parlare con un operatore umano. Hai premuto 4. Il Dottor Richards ti contatterà non appena...>

-Reed, comincio a capire perché così tanta gente vuole ucciderti.- sospira l’Uomo Ragno, rimettendo il cellulare nella ragno-cintura ed atterrando sul tetto dell’edificio dove si trova il suo laboratorio.

A quest’ora della domenica non c’è assolutamente nessuno, ma preferisce comunque togliersi il costume e tornare in abiti civili... già troppa gente collega Peter Parker e l’Uomo Ragno, meglio non dare adito ad ulteriori sospetti.

Con sua enorme sorpresa, però, il laboratorio non è affatto deserto: la sua assistente Melati Kusuma è nella sua forma rettile di Komodo, affiancata da una familiare figura in armatura.

-Che diavolo ci fai tu qui!?- esclama Peter. Non solo perché non si aspettava di vedere Melati, ma perché Destino non sta indossando la solita armatura. Il mantello verde è lo stesso, ma il resto assomiglia più ad una versione grigia di quella di Iron Man. [iv]

-Dottor Parker, la prego non si allarmi. Sto aiutando questo nuovo eroe... non mi ha voluto dare il suo nome, ma può chiamarlo Iron Master.-

-Un epiteto inefficace ma temporaneamente accettabile.- risponde Destino, senza staccare gli occhi dal microscopio su cui sta lavorando.

-Non mi importa come ti fai chiamare, cosa ci fai nel mio laboratorio!?-

-Stiamo cercando di risalire alla fonte del fluido di ragnatela falso che il Franchise ha messo in circolazione; Iron Master ha recuperato diversi campioni stanotte e li stiamo analizzando.-

-Cos’è quest’uso del plurale, Melati? Da quando lavori con dddd... con “Iron Master”?-

-Più o meno da mezz’ora, aveva bisogno di un laboratorio dove poter lavorare ed io mi trovavo già qui per... esperimenti personali. Iron Master, credo che il Dottor Parker possa esserci di grande aiuto. Non solo è il miglior biochimico che conosca, ma nessuno al mondo conosce meglio di lui la formula della ragnatela dell’Uomo Ragno.-

-Non bene quanto me, naturalmente.- non può evitare di commentare Destino.

-Okay, senti, adesso basta. Sarai anche un pezzo grosso, ma non sei un miglior biochimico di me!-

Destino stacca finalmente gli occhi dal microscopio per fissare Peter. Per un attimo Melati ha la sensazione che il suo professore abbia l’intenzione di prendere a pugni il supereroe in armatura.

-Miss Komodo, per favore ci lasci. Ci sono questioni che devo discutere personalmente con il Dottor Parker, in privato.-

-Stai scherzando, vero? Sei nuovo in città, potrebbe servirti una spalla!-

-Quando avrò bisogno dei suoi servigi la contatterò, Miss Komodo. Non tema.-

-Solo per questa volta. Ma mi devi un favore, d’accordo?-

-Ha la mia parola che sarà ricompensata a dovere.-

La donna rettile si allontana, mettendosi in spalla la sedia a rotelle di cui avrà bisogno una volta tornata in forma umana.

Peter Parker aspetta che lei se ne vada, fissando Destino a braccia incrociate.

-“Iron Master”?-

-La tua assistente mi credeva Iron Man. Quando l’ho corretta rifiutandomi di concederle un nome, ne ha inventato uno. –

-Quindi adesso vuoi giocare a fare Iron Man?-

-Destino non gioca. Ma ti ho dato la mia parola che nessuno ti avrebbe collegato al Dottor Destino; un travestimento è un compromesso accettabile, quantomeno fino a quando non avremo completato la missione.-

-Quale missione?-

-Distruggere il Franchise. Analizzando i campioni, ho identificato microscopiche differenze nella composizione chimica rispetto al tuo fluido per ragnatela. Un’analisi spettroscopica rivelerà la fonte di produzione della sostanza.-

-Avevo già trovato io le discrepanze. Ma stiamo parlando di lievi differenze a livello molecolare da analizzare su larga scala, e non è che possiamo passare al setaccio ogni centimetro quadro di New York con uno spettrografo di massa.-

-Non con le magre risorse messe a disposizione dall’inadeguato sistema universitario americano, ma una simile operazione è triviale per la rete satellitare di Latveria.-

-E lo stai facendo per la bontà del tuo cuore? Andiamo Destino, sono anche disposto a credere che tu voglia voltare pagina, ma questo tipo di altruismo non è da te. E passare la notte a picchiare ed arrestare criminali? Perché?-

-Destino ha le sue ragioni. Non metterle in discussione.-

-No, non funziona proprio così. Hai detto che vuoi il mio aiuto, giusto? Posso dartelo solo se sei sincero con me.-

Destino non risponde immediatamente. Si avvicina alla finestra, osservando dall’alto il campus dell’università che ha frequentato una vita fa.

-Il mio obiettivo è sempre stato conquistare il mondo per renderlo un posto migliore, dove la gente non avrebbe sofferto quanto ho sofferto io in gioventù. Ho sempre considerato l’approccio dei cosiddetti supereroi limitato ed infantile, limitandosi a spegnere piccoli fuochi quando l’intero pianeta sta andando a fuoco. Ma salvare quella donna e far trionfare la giustizia... per quanto limitato possa essere l’effetto del patetico sistema giuridico americano... ha risvegliato qualcosa in me. Un fervore che temevo perso da anni.-

-Ti stai appassionando all’idea di fare l’eroe?-

-Destino è sempre stato un eroe, Parker. Ma inizio a capire il senso di soddisfazione portato dalle tue seppur globalmente ininfluenti operazioni da vigilante. E’ per questo che lo fai? Aiutare il prossimo cancella il senso di colpa per i tuoi errori?-

-Niente lo cancellerà mai, Destino. Ma quello che posso fare... da questo grande potere che ho...-

-Non lo definirei affatto grande.-

-...derivano grandi responsabilità. Questo lo capisci, vero Destino?-

-Più di chiunque altro: ho delle responsabilità verso Latveria. Per anni ho cercato di uccidere Richards, di liberare mia madre dall’Inferno, di conquistare il mondo... niente di tutto questo guida più le mie azioni. Il mio potere è più grande di quello di chiunque altro...-

-Ed anche la tua modestia, vedo.-

-...quindi è giusto che io abbia certe responsabilità. Questo è quello che mi stai insegnando, Parker.-

-Hai fatto l’eroe per una notte, Destino, dopo anni di crimini. Sarai anche un genio, ma nemmeno tu puoi imparare così in fretta.-

-Precisamente il motivo per cui lavoreremo assieme su questo caso e distruggeremo il Franchise.-

-Ah, ecco dove volevi arrivare. Vuoi essere la spalla dell’Uomo Ragno?-

Destino si volta lentamente. I sistemi offensivi della sua armatura restano spenti, ma per un istante il Senso di Ragno avverte Peter di non scherzare con il fuoco.

-Non abusare della pazienza di Destino, ragazzo.-

-Immagino che insegnarti il senso dell’umorismo sarebbe pretendere troppo. Okay, sono già nei guai fino al collo... come al solito... quindi diciamo che ti seguo. Qual è il prossimo passo, “Iron Master”?-

-L’analisi richiederà del tempo, ma potremo procedere all’attacco questa sera; ti contatterò non appena i preparativi saranno completati.- Destino risponde, camminando verso l’uscita senza neanche aspettare che Peter concordi... non è abituato ad avere conferma dei suoi ordini.

-Un’ultima cosa, Parker. Non cercare di contattare di nuovo i Fantastici Quattro. Potrebbero esserci delle... sgradevoli conseguenze.-

-Sgradevoli per me o per te?-

-Hm. Come tu abbia fatto a sopravvivere così a lungo con tendenze suicide così marcate resta un mistero persino per Destino.- risponde il tiranno, lasciando finalmente il laboratorio.

Peter riesce finalmente a tirare un sospiro di sollievo: Senso di Ragno o meno, mettere in contatto la sua vita di Peter Parker con quella dell’Uomo Ragno non porta mai a nulla di buono.

“Credo sia sincero... a modo suo. Possibile che voglia veramente fare l’eroe? Non è senza precedenti... l’Uomo Sabbia e Songbird sono entrati nei Vendicatori... ma un conquistatore del mondo come il Dottor Destino? E’ possibile, o mi sto lasciando manipolare?” si domanda Peter, decidendo di distrarsi con la scienza.

“Non sarò Reed Richards, ma Destino ha parlato di raggio inibitore... non mi ha lanciato un incantesimo per impedirmi di parlare di lui. E se ha usato la scienza è un qualcosa su cui posso lavorare”.

 

Quella sera

Se l’Uomo Ragno avesse un centesimo per tutte le volte in cui ha sofferto il freddo a sorvegliare un magazzino deserto, oggi potrebbe permettersi una Ragno-Caverna.

Eppure questo è il luogo che Destino gli ha indicato come il punto cruciale della distribuzione del Franchise, anche se sembra non esserci nessuno nei paraggi.

-Noto con piacere che sei puntuale. Apprezzo che i miei ordini siano eseguiti.- si congratula Destino, atterrando a fianco del tessiragnatele vestendo l’armatura di Iron Master.

-E a me non piace che tu li consideri... whoa. – si ferma l’Uomo Ragno, avvertendo l’improvviso scatto del Senso di Ragno. Probabilmente dovuto al fatto che dal magazzino è appena apparso un furgone, apparentemente dal nulla.

-Un sistema di camuffamento primitivo. Non sfuggiranno alla cattura! – esclama Destino, precipitandosi in volo verso il magazzino.

-Victor, fermo! Non credo che il pericolo siano loro!- tenta di avvisarlo l’Uomo Ragno; il tentativo di fermarlo con una ragnatela è inutile, dato che viene bloccata dal campo di forza dell’armatura.

Quando Iron Master atterra di fronte al furgone, prima che possa fare niente una serie di piccole esplosioni lo circondano.

-Resta fermo dove sei! Adesso risponderei ad alcune domande!- proclama il nuovo arrivato, volando al di sopra del magazzino come un avvoltoio, lanciando bombe-zucca dal proprio aliante.

-Goblin? Cosa diavolo ci fai tu qui!?- chiede l’Uomo Ragno, saltando giù dal tetto per raggiungere il proprio strano alleato.

-Ragno, finalmente sei arrivato!- esclama una ennesima nuova voce, questa volta di una giovane donna in costume rosso e blu che si avvicina al luogo dell’incontro.

-Catalyst!? Cosa mi sono perso, cosa ci fate tutti quanti qui!?- chiede Peter, confuso oltre ogni descrizione.

-Uomo Ragno, cosa significa tutto questo?- chiede Destino, i cui pugni iniziano a brillare di energia.

-Non lo so!!!- ammette l’eroe.

-Ho seguito le tracce del Franchise fino a qui, usando il mio “senso della materia”. Goblin dev’essere dietro a tutto!- esclama Catalyst.

-Non so neanche chi sei, ragazzina! Ma sono stato ingannato da questi criminali e la pagheranno cara per essersi messi sulla mia strada!- risponde il folletto verde.

-Dovevamo lavorare assieme a questo caso, Uomo Ragno! Hai ignorato i miei ordini ed hai chiesto l’assistenza di banali criminali e principianti in fasce!?- sbraita Destino.

-Okay, tutti quanti: time out! Parliamone da persone civili, va bene?- propone l’Uomo Ragno.

Considerando l’allarme strillante lanciato dal suo sesto senso, sa già come andrà a finire.

-Hai interferito con i miei piani per l’ultima volta, Uomo Ragno!- esclama Goblin, lanciando pipistrelli affilati verso la vecchia nemesi e bombe-zucca verso “Iron Master”.

-Tu OSI attaccare la persona di DESTINO!?- è la prevedibile reazione, completa di raffica di raggi fotonici.

-Aspetta, “Destino”!? Stai... stai lavorando con il Dottor Destino!?- esclama Catalyst.

-Ma perché queste cose capitano sempre a me?- sospira l’Uomo Ragno, gettandosi nella mischia.

 

CONTINUA!!!

 

 

 

 

 

 

 

 



[i] Dopo “Questa terra è mia”, Fantastic Four #247, in Italia su Fantastici Quattro Star Comics #19

 

 

[ii] su Destino Marvel IT #23

 

 

[iii] su Destino Marvel IT #24

 

 

[iv] qualsiasi somiglianza all’armatura indossata da Destino nella serie USA “Infamous Iron Man” è assolutamente una coincidenza. Secondo Destino.